BIOGRAFIA

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Giancarlo Ossola nasce a Milano nel 1935.

Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera e la Scuola Comunale di Pittura del Castello. Il suo desiderio di dedicarsi alla pittura si manifesta fin dall’adolescenza, ritrae figure, paesaggi, nature morte, con la suggestione di Soutine e Van Gogh, visti a Parigi in un breve soggiorno e di Sironi, Morandi e De Pisis che gli suggeriscono elementi costruttivi, tonali, di segno e colore, fusi presto in un linguaggio espressivo già personale. Il contatto con la città, con l’arte contemporanea e la frequentazione di alcuni pittori del Realismo Esistenziale (Banchieri, Ferroni, Vaglieri e altri), nonché una prima conoscenza dell’espressionismo tedesco e dell’Informale internazionale, segnano nel suo lavoro una svolta verso opere di segno forte e concitato – i soggetti sono spesso frammenti di città sullo sfondo di figure drammatiche e di cieli rossastri d’incendi, forse reminescenza degli ultimi bombardamenti visti a Milano da bambino. Con quei quadri Ossola vince nel 1960 il primo premio di un’ampia rassegna milanese organizzata tra gli altri da Lino Montagna, Eva Tea e Giorgio Kaisserlian. Tiene la sua prima mostra personale nel 1961 al Salone Annunciata di Milano, presentato da Mario De Micheli e, nel 1963, vince il Primo Premio S. Fedele. Si susseguono i cicli pittorici: dal 1963 gli Interni-Esterni che esprimono interiorità; dal 1967 i Fumetti che racchiudono visioni di un’utopistica natura originaria e germinante; dal 1970 narrazioni segniche e frammentarie e le Memorie epiche; più avanti ancora le Città dagli orizzonti tesi e la scoperta degli Interni, prima visti come serbatoi dell’arcano e della memoria individuale, in seguito, dopo gli anni ‘80, come indagine del territorio urbano e delle sue misteriose metamorfosi: fabbriche e depositi dismessi, officine e laboratori, ville abbandonate, atelier – intesi come luoghi della solitudine della pittura. In anni più recenti si affiancano composizioni di interni atemporali dalle atmosfere sospese, in cui la presenza umana sembra lontanissima, tradotti in una stesura meno concitata. Nel procedere del lavoro Ossola acquista maggiore consapevolezza delle affinità elettive esistenti da sempre con alcuni maestri del ‘600 e contemporanei: il segno di Magnasco, la luce di Rembrandt, il disfacimento molecolare di Seghers e la forza espressiva di Serodine, quindi Sutherland, Giacometti, Wols e Bacon. Del suo lavoro si interessano fra gli altri: Marco Valsecchi, Luigi Carluccio, Roberto Tassi, Gianfranco Bruno, Gian Alberto Dell’Acqua, Giovanni Testori, Dante Isella, Vittorio Sereni e Giovanni Raboni.

Partecipa alle Biennali di Milano, alla Permanente, dal 1963 al 1984; al Premio del Disegno presso la Galleria delle Ore, dove è premiato nel 1969, e alle prime mostre di gruppo o di generazione, ma anche a bilanci più ampi della pittura contemporanea: Pittura ‘70, l’Immagine Attiva a cura di Francesco Bartoli, Renzo Beltrame e Vittorio Fagone a Mantova e Roma; Ipotesi ‘72 a cura di Gianni Gavazzi a S. Secondo Parmense e Milano; Pittura in Lombardia dal 1945 al 1973 alla Villa Reale di Monza, curata da Gianfranco Bruno, Mario De Micheli e Roberto Tassi. Nell’ambito dell’attività della Galleria Bergamini di Milano, dove tiene tre personali dal 1971 al 1978, Ossola partecipa a mostre di gruppo – tra le altre Italienische Kunstler a Zurigo e La realtà diversa a Milano nel 1976; Spazio tempo crisi nel 1977 a Borgomanero: Forgioli Ghinzani Lavagnino Ossola Savinio nel 1979 a Milano e nel 1981 alla Bussola di Torino. Nel 1978 Emilio Jesi acquista un suo quadro per la propria collezione. Nella sua ricca attività alla XI Quadriennale di Roma e a mostre di gruppo o di generazione, bilanci della pittura contemporanea. Tra queste: nel 1982 L’Opera dipinta a cura di Arturo Carlo Quintavalle al CSAC dell’Università di Parma e alla Rotonda della Besana di Milano; nel 1983 Il segno della pittura e della scultura alla Permanente di Milano; nel 1984 L’immagine esistenziale 1958/1964 a cura di Roberto Sanesi al Centro Annunciata di Milano; nel 1987 Geografie oltre l’Informale a cura di Marina De Stasio, Elena Pontiggia e Claudio Cerritelli alla Permanente di Milano; nel 1988/89 Artisti Italiani a Mosca, Kiev e Tblisi; nel 1989 Dieci Pittori a Milano a cura di Arturo Carlo Quintavalle al CSAC dell’Università di Parma; nel 1992 Pittura a Milano dal 1945 al 1990 a cura di Giorgio Seveso e Luisa Somaini alla Permanente di Milano. Nel 1994 l’Assessorato alla Cultura del Comune di Cremona organizza la mostra Reale e immaginario. Convergenze e fratture nell’attuale arte lombarda; l’anno seguente, a cura di Mauro Corradini, partecipa alla rassegna Attraverso l’immagine. Pagine del ‘900 nelle riflessioni critiche di Elda Fezzi. Dal dicembre 1994 al dicembre 1995 ha luogo la mostra itinerante L’Opera su carta a cura di Marco Goldin: diciotto pittori espongono ciascuno un gruppo di lavori in ventiquattro gallerie di tutta Italia. Nello stesso anno partecipa alla mostra itinerante in città della Toscana e dell’Emilia I luoghi dell’immagine, a cura di Nicola Micieli e Giorgio Seveso. Nel 1995-1996 è rappresentato da alcune opere nella mostra, arte in Italia 1956-1968 a cura di Marco Goldin, alla Galleria Forni di Bologna e successivamente in alcune città del Veneto. Nel 1996-1997 la Regione Lombardia e l’Accademia di Belle Arti di Brera organizzano, a cura di Claudio Cerritelli, la mostra itinerante Aspetti del disegno in Lombardia, 1946-96 (Salò, Lubiana, Stoccarda e San Pietroburgo). Nel 1998 partecipa alla mostra Tassi e i Pittori, da Fattori a Burri a cura di Marco Goldin a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto; nel 2000 Immagine d’impegno-Impegno d’immagine a cura di Domenico Guzzi all’ex Mattatoio di Roma. Sempre nel 2000 partecipa alla rassegna storica Figurazione a Milano 1950-2000 presso la Galleria La Posteria di Milano, a cura di Fabrizia Buzio Negri. Nel marzo del 2001 partecipa alla rassegna Pittura in Lombardia nel XX secolo, a cura di Raffaele De Grada, al Castello Sforzesco di Vigevano; e ancora alla collettiva Dal Premio alla Pinacoteca a cura di Flaminio Gualdoni e Claudio Rizzi che inaugura la Civica Galleria d’Arte Contemporanea di Lissone e le sue nuove acquisizioni. Sempre nel 2001 espone nella rassegna Pittura in Lombardia nel XX Secolo a cura di Raffaele De Grada, nel Castello di Vigevano; e nella mostra Un secolo d’arte a Varese, al Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio (Varese), a cura di Flaminio Gualdoni. Nel 2004 partecipa a L’Incanto della pittura a cura di Claudio Cerritelli alla Casa del Mantegna a Mantova; sempre nel 2004 è a Varese presso la Galleria Ghiggini con Testimoni; a Castel Ivano (Trento) partecipa a Poetiche del ‘900, a cura di Cristina Portioli Staudacher. Nel giugno 2005 è presente alla rassegna II paesaggio italiano contemporaneo, curata da Marco Meneguzzo e dalla Galleria Rubin di Milano a Palazzo Ducale di Gubbio. Nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia a cura di Vittorio Sgarbi; nel 2014 a Nati nei ’30. Milano e la generazione di Piero Manzoni, a cura di Elena Pontiggia e Cristina Casero.

Parallelamentossola-bio2e prosegue l’attività di mostre personali antologiche pubbliche: nel 1982 Opere 1955-1982, con circa ottanta lavori, alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Gallarate; nel 1987 tiene una personale ai Musei Civici di Villa Mirabello a Varese; nel 1989 Cicli della materia, con opere dal 1983 al 1988, organizzata dal Comune di Cavriago e dall’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia, a cura di Sandro Parmiggiani; nel 1990 ampia antologica al Circolo ILVA di Taranto; nel 1992 all’Università Bocconi. Nel 1989 ha inizio a Milano, alla Galleria Appiani Arte 32, la mostra itinerante Ossola e Villa Arconati, a cura di Cesare De Seta e Gian Alberto dell’Acqua (con monografia Fabbri), che è la ricognizione, in oltre cento opere, degli spazi abbandonati di Villa Arconati, detta la «Versailles lombarda», gioiello architettonico situato alle porte di Milano. Nel 1992 gli è assegnato il primo Premio Sulmona; nel 1993 il Premio Ultimo Novecento, tradizionalmente organizzato dal Comune e dall’Università di Pisa, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore. Nel 1993 espone sessanta opere, dal 1971 al 1993, a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, con la pubblicazione di una monografia edita da Marini, con scritti di Marco Goldin, curatore, e di Elena Pontiggia. La rassegna è poi trasferita a Livorno presso la Galleria Rotini e al Castello Aragonese di Ischia. L’esperienza di Villa Arconati riavvicina Ossola più direttamente al tema della figura umana che ha segnato l’inizio della sua attività negli anni ‘50-’60 e non è mai stato completamente abbandonato, risultando spesso per tracce e indizi. Relegata per anni in una zona d’ombra, la figura umana ha riacquistato nel suo lavoro un’importanza più incisiva. Nel 1995 vince il primo premio Galleria Credito Valtellinese, conferito da una giuria di critici e giornalisti, per la sala personale allestita al MiarT di Milano dalla Galleria Appiani Arte 32. Nel 1996-1997 il Credito Valtellinese organizza a Palazzo Sertoli di Sondrio la mostra antologica Interni 1977- 1996, con trentacinque opere anche di grandi dimensioni: il bilancio ventennale di una delle principali tematiche approfondite dall’artista. La monografia edita per l’occasione contiene la prefazione di Giovanni Raboni, diversi scritti dell’artista e un’antologia della critica. Nel 1997 l’Associazione Caleidoscopio organizza per i Comuni di Volterra e di Camaiore la mostra personale antologica Opere 1980-97. Nel 1998 il Museo Epper di Ascona allestisce la mostra personale Visioni del notturno, a cura di Claudio Cerritelli, il cui nucleo centrale è costituito da una ventina di tecniche miste eseguite nel 1997, nelle quali vengono sinteticamente riproposti, con novità di linguaggio, tutti i luoghi ricorrenti della pittura di Ossola, con incisivi lampi di luce in spazio notturno. Nello stesso anno la Galleria Appiani Arte 32 inaugura la stagione espositiva con una mostra personale sul tema degli Atelier, cui l’artista lavorava da un paio d’anni – una significativa ricognizione degli spazi di lavoro di pittori e scultori, tra i quali alcuni noti maestri contemporanei. La rassegna è accompagnata da una monografia a cura di Rolando Bellini, edita da Skira.

Tra i primi artisti a portare attenzione, fin dagli anni Settanta, alle aree industriali e urbane, Ossola si muove all’interno dell’architettura esaltando ogni suo dettaglio come equilibrio instabile tra verità ottica e straniamento prospettico, tra precisa osservazione dei luoghi di produzione e la loro immediata trasformazione nelle latitudini della fantasia. Negli anni 1998-2003 Ossola è impegnato a eseguire una cinquantina di grandi opere commissionategli da importanti aziende: Storia di una fabbrica, per l’azienda ceramica Cista Cerdisa/Ricchetti e Le strade dell’Immergas. Nel 2000 tiene una mostra personale, con autopresentazione, alla Galleria II Chiostro di Saronno, e una mostra antologica, Opere 1955-2000, al Museo Civico di Pizzighettone. Nel febbraio 2001 vince il premio di pittura Città di Busto Arsizio per la nuova Pinacoteca. Nel 2004 è invitato alla rassegna L’incanto della pittura alla Casa del Mantegna di Mantova, a cura di Claudio Cerritelli; e a Francoforte espone alla Frankfurt Art Fair con la Galleria Rubin. Nel 2005 è in mostra allo Studio d’Arte del Lauro con Settanta, a cura di Cristina Sissa e con prefazione di Alberto Pellegatta. Sempre nello stesso anno è a Palazzo dei Veneziani di Chieti con Il mistero della fabbrica, a cura di Maria Cristina Ricciardi; nel 2007 espone a Palermo presso la Galleria Trentasette con Giancarlo Ossola oli e tempere, a cura di Sergio Troisi, e al Civico Museo Parisi Valle di Maccagno (Varese) con Opere 2000-2007, a cura di Stefano Crespi e Claudio Rizzi; nel 2010 allo Spazio Tadini di Milano con Ossola, a cura di Luca Pietro Nicoletti, e alla Galleria Ostrakon, a cura di Piero Del Giudice. Nel 2011 espone a Arcumeggia (Varese) presso la Sangalleria e Bottega del Pittore, a cura di Rolando Bellini, e a Lugano presso la Galleria d’Arte La Colomba con Interni del secolo breve, a cura di Piero Del Giudice. Infine, nel 2014, partecipa a Castelletto Sopra Ticino nella Sala Comunale alla mostra La città e la memoria. Opere di Giancarlo Ossola, a cura di Cristina Moregola.

Muore a Milano nel 2015. Nel 2016 viene iscritto nel Famedio insieme alle personalità che hanno reso grande la città di Milano.